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Il modello imprenditoriale italiano, a “conduzione familiare”, non regge più al cospetto di globalizzazione e crisi economica!
Il Passaggio generazionale costituisce un momento critico per moltissime aziende italiane.
A livello europeo, i passaggi diretti tra padri e figli mal riusciti, costano in termini occupazionali, la perdita di 600.000 unità all’anno.
Il Passaggio generazionale diretto rappresenta il 90% delle successioni d’azienda che avvengono in Italia, contro il 10% della Norvegia e il 30-40% dell’Olanda.
Su 80.000 imprenditori che ogni anno in Italia affrontano la successione generazionale, appena un quarto supera il primo passaggio, il 14% non supera il secondo, mentre al terzo rimane in piedi solo il 5% delle imprese. E il 63% delle imprese che superano il passaggio generazionale non va oltre il quinto anno. La globalizzazione prima, e la crisi negli ultimi anni, hanno esasperato tutti i limiti del “family business”, tipico del sistema italiano: “Emerge la fragilità di un capitalismo familiare – dove la personalità del fondatore è spesso in grado di svolgere la propria attività meglio di un qualsiasi altro manager, ma il rischio è che il successo acquisito sia dovuto al carisma e alle capacità di quella persona e, quindi, non facilmente replicabile” – Questi, i dati pubblicati dal rapporto di Eurispes e Uil-Pa ; Outlet Italia Cronaca di un Paese in (s)vendita.
Dati analoghi emergono anche da studi di Infocamere!
Appare chiaro che l’argomento non può essere liquidato con superficialità: il successo di un passaggio di azienda da padre a figlio, è un evento molto meno comune rispetto agli insuccessi.
La buona volontà e l’esperienza personale non sono elementi sufficienti a garantire la continuità dell’azienda.